mercoledì 10 aprile 2013

Pensioni di inabilità, Associazioni e sindacati insieme: "il reddito del coniuge non deve contare"


Incontro a Roma fra i responsabili di dieci sigle fra sindacati e associazioni rappresentative delle persone con disabilità: verrà predisposto un testo normativo per chiarire che il reddito di riferimento per la pensione è solo quello personale


L'unica soluzione possibile e definitiva per risolvere la questione della considerazione del reddito del coniuge per le pensioni di invalidità civile è la predisposizione di un testo normativo interpretativo che precisi che anche per gli invalidi totali il reddito da considerare ai fini della concessione della provvidenza economica è solo quello del beneficiario. A confermarlo sono le associazioni e i sindacati che oggi hanno partecipato, presso la sede nazionale dell'Anmic (Associazione Nazionale Mutilati ed Invalidi Civili), ad un confronto sulle problematiche connesse alle recenti sentenze della Corte di Cassazione che, ai fini della concessione della pensione di inabilità agli invalidi civili totali, ritengono che si debba far riferimento non solo al reddito del beneficiario ma anche a quello del coniuge.
A Roma si sono date appuntamento, con l'Anmic, anche Cgil, Uil, Ugl, Uic, Anmil, Ens, Anglat, Arpa e Fish: tutti hanno evidenziato - si legge in una nota - "il carattere penalizzante di tali decisioni che colpiscono disabili gravi che beneficiano di una pensione misera insufficiente per soddisfare le elementari esigenze di vita". 
E' stato ribadito che l'orientamento della Corte, "oltre che essere in contrasto con una ultratrentennale prassi interpretativa del Ministero dell'interno e dell'Inps, confligge con i principi costituzionali di ragionevolezza e di uguaglianza in quanto introduce una disciplina più restrittiva rispetto a quella prevista per gli invalidi parziali per i quali, ai fini della concessione dell'assegno mensile, viene valutato il solo reddito individuale".

Pertanto è stato convenuto che occorre arrivare ad un "testo normativo interpretativo dell'art. 14- septies della legge n. 33/80 che precisi che anche per gli invalidi totali il reddito da considerare ai fini della concessione della provvidenza economica sia solo quello del beneficiario". Di tale iniziativa "dovranno essere investiti il governo e i gruppi parlamentari, sollecitando una rapida approvazione della norma che metta fine al clima di incertezza creatosi e dia tranquillità a tanti disabili totali attualmente soggetti al rischio di revoca della pensione di invalidità civile". Sindacati e associazioni hanno anche concordato sull'opportunità della costituzione di un tavolo permanente in cui si discuta e si formulino proposte sulle problematiche che attualmente investono il mondo della disabilità.

Fonte: SuperAbile

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