Ritenendo di fare cosa gradita, posto un interessante schema in cui, ai fini della quantificazione dell'invalidità civile, si rapportano le 4 classi N.Y.H.A. (New York Heart Association) alla F.E. (Frazione di Eiezione).
La Classificazione NYHA è stata pubblicata per la prima volta nel 1964
per suddividere in categorie i pazienti con insufficienza cardiaca.
Nella I classe NYHA rientrano i soggetti che non hanno alcuna limitazione dell’attività fisica e le attività fisiche ordinarie non causano sintomi quali
dispnea, palpitazioni od eccessivo affaticamento.
Nella II classe NYHA sono inseriti i soggetti che accusano una lieve limitazione
dell’attività fisica. Stanno bene a riposo, ma presentano sintomi durante le
attività fisiche ordinarie.
Alla III classe NYHA afferiscono i soggetti che presentano una marcata limitazione dell’attività fisica. Continuano a star bene a riposo ma le attività fisiche inferiori all’ordinario causano sintomi.
Nella IV classe NYHA sono infine raccolti tutti quei soggetti i quali si trovano
nella incapacità di eseguire qualsiasi attività fisica, anche minima, senza
sintomi o li presentano addirittura a riposo.
Come probabilmente saprete, il D.M. 1992 attribuisce i seguenti punteggi di invalidità a seconda delle diverse classi NYHA:
6441 - Miocardiopatie o valvulopatie con insufficienza cardiaca lieve (I classe NYHA): 21-30%
6442 - Miocardiopatie o valvulopatie con insufficienza cardiaca moderata (II classe NYHA): 41-50%
6443 - Miocardiopatie o valvulopatie con insufficienza cardiaca grave (III classe NYHA): 71-80%
6444 - Miocardiopatie o valvulopatie con insufficienza cardiaca gravissima (IV classe NYHA): 100%
6445 - Coronaropatia lieve (I classe NYHA): 11-20%
6446 - Coronaropatia moderata (II classe NYHA): 41-50%
6447 - Coronaropatia grave (III classe NYHA): 71-80%
6448 - Coronaropatia gravissima (IV classe NYHA): 100%
La Frazione di Eiezione (F.E.), invece, viene a
rappresentare uno dei principali parametri di funzione meccanica di pompa
cardiaca, il cui valore progressivamente decrescente dovrebbe configurare
una compromissione via via crescente della funzione cardiaca e pertanto
rappresentare un parametro di gravità del danno cardiaco di tipo meccanico.