venerdì 12 maggio 2017

Successivamente all'emissione del decreto di omologa non e' possibile far valere la discordanza tra la bozza e la CTU (errata) con un'istanza CEM

Qualora il requisito sanitario sia stato definitivamente cristallizzato nel decreto di omologa, la discordanza tra la bozza e la versione definitiva (ma errata) della CTU non può essere emendata con una istanza di correzione dell'errore materiale (Tribunale Napoli Nord, G.L. d.ssa Stefania Coppo).

Ringrazio il collega ed amico avv. Luigi Merolla per l'interessantissimo provvedimento inviatomi.

Carmine Buonomo

giovedì 27 aprile 2017

Prestazioni assistenziali collegate a limiti reddituali: la casa non e' più reddito (Circolare Inps n° 74/2017)



La casa di abitazione non potrà più essere considerata reddito, nella concessione delle prestazioni di invalidità civile, sordità e cecità: lo ha stabilito la circolare n.74 del 21 aprile 2017, modificando il criterio per la concessione delle prestazioni stesse, “alla luce del consolidato orientamento giurisprudenziale”.
 
Così si legge nella circolare: “Facendo leva sul combinato disposto degli articoli 12 della legge 30 marzo 1971 n. 118 e 26 della legge 30 aprile 1969 n. 153, la Corte di Cassazione ha stabilito che il reddito della casa di abitazione debba considerarsi non influente ai fini del riconoscimento del diritto alle prestazioni di invalidità civile, cecità civile e sordità”. 

E fornisce, l'Istituto, le istruzioni necessarie ai cittadini e alle sedi Inps, affinché siano rese operative queste nuove disposizioni. 

Nel dettaglio, “dal computo del reddito ai fini del riconoscimento delle prestazioni di invalidità civile, cecità e sordità deve essere escluso quello della casa di abitazione. 

Con decorrenza 1° gennaio 2017, il reddito da casa di abitazione è pertanto da considerarsi escluso ai fini del diritto alle prestazioni d’invalidità civile, cecità e sordità sia in fase di prima liquidazione che di ricostituzione di prestazione già esistente. 

Gli arretrati saranno riconosciuti con decorrenza dalla medesima data”.


mercoledì 19 aprile 2017

Ripristino delle prestazioni assistenziali a seguito di reiezione, revoca o sospensione dovute al venir meno del requisito economico (Messaggio INPS n° 1487/2017)

Con il Messaggio in oggetto, la Direzione centrale per il sostegno alla non autosufficienza, invalidità civile ed altre prestazioni dell’INPS ha dettato istruzioni alle sedi periferiche in ordine alla problematica del ripristino delle prestazioni economiche assistenziali a seguito di reiezione, revoca o sospensione dovute al venire meno del requisito economico.

Partendo dalla considerazione dell’autonomia dell’accertamento sanitario rispetto alla veridica dei requisiti socio-economici, l’INPS ha chiarito che in caso di perdita della prestazione assistenziale (assegno, pensione) a seguito del venir meno del requisito economico, il suo successivo perfezionamento (rispetto soglia reddito) determina la possibilità di riattivare la prestazione attraverso la sola presentazione del modello AP 93, cui va allegato il rituale modello autocertificativo AP70.

In tali casi non vi è necessità di una riapertura del procedimento di verifica sanitaria a meno che il verbale non abbia una data antecedente di più di due anni rispetto a quella della domanda di ripristino.


martedì 11 aprile 2017

Le eccezioni preliminari relative ai presupposti processuali ed alle condizioni dell'azione nell'ATPO rappresentano motivo per formulare dichiarazione di dissenso e proporre il conseguente giudizio di merito (Cass., ordinanza n° 22949/2016)


Procedimento di accertamento tecnico preventivo ai sensi dell'art. 445-bis c.p.c. - eccezione di insussistenza di requisito non sanitario o processuale proposta nell'atto di costituzione - successivamente all'effettuazione dell'accertamento medico è onere per l'Inps di ribadire l'eccezione con la dichiarazione di dissenso e il successivo giudizio di merito (Sintesi non ufficiale).

La dichiarazione di dissenso che la parte deve formulare al fine di evitare l'emissione del decreto di omologa può avere ad oggetto sia le conclusioni cui è pervenuto il c.t.u., sia gli aspetti preliminari che sono stati oggetto della verifica giudiziale e ritenuti non preclusivi dell'ulteriore corso, relativi ai presupposti processuali ed alle condizioni dell'azione; in mancanza di contestazioni, l'accertamento sanitario ratificato con il decreto di omologa diviene definitivo e non è successivamente contestabile, né il decreto ricorribile per cassazione ex art. 111 Cost.

Se invece una delle parti contesti (non solo le conclusioni del c.t.u., ma complessivamente) la possibilità del giudice di ratificare l'accertamento medico, si apre un procedimento secondo il rito ordinario, con onere della parte dissenziente di proporre al giudice, in un termine perentorio, un ricorso in cui, a pena di inammissibilità, deve specificare i motivi della contestazione (Conferma Cass. 8932/2015) - (Massima non ufficiale)

Ringrazio l'amico e collega avv. Marco Aquilani per la preziosa segnalazione.

A seguire il relativo provvedimento, liberamente scaricabile in formato PDF

Carmine Buonomo


giovedì 6 aprile 2017

Le spese generali, in quanto accessori di legge, sono sempre dovute, anche senza espressa menzione nel titolo (Tribunale di S. Maria C.V., Sezione Esecuzioni, RGE 3958/2016)


Allego un interessantissimo precedente del Tribunale di S.Maria Capua Vetere, Sezione Esecuzioni, in cui anche il G.E. dott. Emilio Caputo, sulla scorta delle osservazioni del nostro studio ed abbracciando un consolidato orientamento della Corte di Cassazione, ha insindacabilmente stabilito che le spese generali, in quanto accessori ex lege, sono sempre dovute dal debitore anche senza espressa menzione nel titolo

Carmine Buonomo