lunedì 2 agosto 2021

Tribunale Napoli Nord e stipula comodato d'uso con ASL Caserta: facsimile istanza di disapplicazione protocollo di intesa con l'INPS

 



Data l’importanza e soprattutto la gravità di quanto accaduto, invitiamo tutti a dare massima diffusione al presente articolo tramite i propri profili social.

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In una fase storica in cui si paventa una quarta ondata di covid 19 e le istituzioni addirittura ricorrono all’introduzione del green pass per regolamentare ovunque gli accessi, il nuovo Ufficio di Presidenza del Tribunale di Napoli Nord, in dispregio a qualsivoglia regola di buon senso e di sicurezza, ben ha pensato di “centralizzare” le visite CTU in materia previdenziale ed assistenziale.

Grande stupore e sconcerto, infatti, ha suscitato nell'Avvocatura la constatazione che il Presidente del suddetto Tribunale, Dott. Luigi Picardi, figura istituzionale che dovrebbe garantire la parità di condizioni tra le parti processuali, abbia ritenuto di stipulare un protocollo di intesa, che di fatto riscrive le modalità di svolgimento del processo previdenziale, con una sola delle parti del processo (INPS), senza neanche ritenere di dover preventivamente informare le altre parti interessate - cioè l'Avvocatura, che difende i diritti dei cittadini, e l'Ordine dei medici, che rappresenta i consulenti incaricati dal Tribunale di svolgere le operazioni di accertamento sanitario.

In tal modo si è palesato del tutto che il vero intento di tale accordo non sia quello di rendere più efficiente e produttivo il processo previdenziale, bensì solo quello di sbilanciarne ulteriormente le sorti ulteriormente a favore della parte pubblica ed a danno dei cittadini - anziani, disabili e pensionati - propagandando tale operazione dietro fantomatiche finalità di efficienza e produttività le quali, al contrario, ne verrano definitivamente travolte.

A tal uopo, infatti, ci si domanda come il Presidente Picardi possa ritenere che sostituire le centinaia di studi medici privati dei consulenti nominati dal Tribunale - dotati di tutte le attrezzature mediche ed informatiche necessarie per lo svolgimento di un processo oramai esclusivamente telematico, nonché del personale medico e di assistenza proprio del singolo consulente - con soli 8 gabinetti medici concessi dalla ASL di Caserta - forniti di non si sa quale attrezzatura medica ed informatica e privi di personale infermieristico ed organizzativo - nei quali si dovrebbero avvicendare quotidianamente centinaia e centinaia di parti coinvolte nel processo (CTU, periziandi, medici di parte, accompagnatori ed avvocati), con tutti gli inevitabili ritardi per la sanificazione ed igienizzazione dei locali dopo ogni visita, oltre agli immaginabili disguidi e disorganizzazioni, possa comportare dei reali ed effettivi benefici in termini di efficienza e produttività del processo.

Appare evidente, infatti, che tale situazione non potrà che determinare un inevitabile ulteriore "imbuto" nell'iter di svolgimento del processo, che non potrà che dilatare in maniera esponenziale i già intollerabili tempi della giustizia, come già dimostrato dalla fallimentare esperienza del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, ove l'introduzione di un analogo sistema di centralizzazione delle perizie tecniche ha comportato un incredibile allungamento dei tempi di convocazione a visita medica, i quali, dagli originari 20/30 giorni dal conferimento dell'incarico da parte del magistrato (tempi che oggi si registrano anche al Tribunale di Napoli Nord), si attestano oggi in tempi che superano addirittura 1 ANNO dal conferimento dell'incarico peritale, con un inaccettabile ulteriore implementazione dei già lunghissimi tempi processuali, in un settore in cui la richiesta di giustizia, provenendo da parte dei soggetti più deboli della società (anziani, disabili e pensionati), assume i contorni di maggiore urgenza ed emergenza.

Di fronte all'attuale contingenza politica, in cui si sta discutendo di una riforma della giustizia finalizzata a contenere i troppo lunghi tempi di durata dei processi, il provvedimento in questione va proprio nella direzione opposta alle finalità assunte dal Governo, e sarebbe interessante conoscere sulla base di quali dati statistici e studi di settore il Presidente Picardi abbia ritenuto che tale sistema possa comportare un accorciamento dei tempi di effettuazione delle perizie, i quali oggi, grazie alla collaborazione ed all'impegno delle centinaia di consulenti medici privati nominati dal Tribunale, si attestano - lo ribadiamo - su soli 20/30 giorni dal conferimento dell'incarico, e che, al contrario, saranno inevitabilmente destinati ad allungarsi in maniera esponenziale, con un evidente enorme danno a carico dell'utenza e della collettività tutta.

Per quanto riguarda, inoltre, l'ulteriore obiettivo che tale accordo si vanta di perseguire, cioè il raggiungimento del pieno contraddittorio tra le parti, ci limitiamo a rilevare che LA PIENEZZA DEL CONTRADDITTORIO TRA LE PARTI SI REALIZZA IN AULA ED ALLA PRESENZA DEL MAGISTRATO INCARICATO, ed è già totalmente garantita dalle vigenti norme codicistiche all'uopo dettate in materia, senza che si sia mai sentita alcuna esigenza di un intervento correttivo in materia da parte del Legislatore.

A tal uopo, peraltro, proprio con riferimento allo svolgimento degli accertamenti sanitari, si rammenta che LA NORMATIVA SPECIALE IN VIGORE (ART. 38, CO. 8, L. 111/2011) GIÀ PREVEDE ESPRESSAMENTE UN TRATTAMENTO DI FAVORE NEI CONFRONTI DELLA PARTE PUBBLICA, DISPONENDO ALL'UOPO CHE A PENA DI NULLITÀ – ANCHE IN CASO DI MANCATA COSTITUZIONE IN GIUDIZIO DELL’ENTE PUBBLICO - IL CTU INFORMI L'INPS CON 15 GIORNI DI PREAVVISO DEL LUOGO, DELLA DATA E DELL'ORARIO DI SVOLGIMENTO DELLE SUDDETTE OPERAZIONI, E CIÒ PROPRIO AL FINE DICHIARATO DI CONSENTIRE ALL'ENTE PUBBLICO DI ORGANIZZARE TEMPESTIVAMENTE L'ATTIVITÀ DEI PROPRI CONSULENTI MEDICI GARANTENDONE LA PIENA PARTECIPAZIONE ALLE OPERAZIONI DI ACCERTAMENTO MEDICO.

In realtà, alzando il velo su tale vicenda, appare evidente che l'unico reale obiettivo perseguito dal provvedimento presidenziale sia solo quello di permettere ai consulenti medici dell'Istituto di presenziare a tutti gli accertamenti sanitari, rimanendo comodamente ad aspettare in un unica sede che innanzi a loro sfilino avvicendandosi tutte le parti coinvolte nei processi previdenziali - CTU, medici di parte, periziandi ed avvocati - senza dover distribuire i propri consulenti sul territorio, come normalmente avviene in tutti i Tribunali della Repubblica.

Tale situazione, tuttavia, tenendo conto del fatto che una percentuale infinitesimale dei privati cittadini coinvolti nel processo previdenziale - lo ribadiamo, anziani, disabili e pensionati - è fornito dei mezzi finanziari per potersi consentire un consulente medico di parte che ne difenda i diritti, non potrà che creare un ulteriore sbilanciamento delle sorti del processo previdenziale a favore della parte pubblica - non a caso l'unica convocata a sottoscrivere il protocollo da parte della presidenza del Tribunale di Napoli Nord - ed ad ulteriore danno dei privati cittadini - i cui rappresentanti, non a caso, non sono stati neanche informati della vicenda, apprendendola dagli organi di stampa - e ciò con buona pace dei propositi di pieno contraddittorio tra le parti.

Non può non rilevarsi, altresì, che, al di là del fatto che ci si domanda perchè la Presidenza del Tribunale di Napoli Nord, da sempre afflitta dalle endemiche carenze di personale e mezzi economici, distolga le poche risorse a propria disposizione per la creazione di quello che si prospetta di fatto come un nuovo polo sanitario pubblico, appare quantomeno singolare che, IN UN EPOCA DI PANDEMIA, IN CUI TUTTI GLI SFORZI GOVERNATIVI SONO ORIENTATI A CONTINGENTARE L'ACCESSO ALLE STRUTTURE SANITARIE PUBBLICHE ED EVITARE GLI ASSEMBRAMENTI, UN ORGANO DI TALE RILIEVO ISTITUZIONALE ADOTTI UN PROVVEDIMENTO CHE, AL CONTRARIO, CENTRALIZZA GLI ACCERTAMENTI SANITARI PRESSO UN'UNICA SEDE, DETERMINANDO UN'INEVITABILE CONFLUENZA QUOTIDIANA DI CENTINAIA DI PERSONE, APPARTENENTI PER LO PIÙ ALLE CATEGORIE DEI SOGGETTI "FRAGILI" (ANZIANI E MALATI), NEI MEDESIMI LOCALI DELLA ASL DI CASERTA, CON LA CREAZIONE DI INEVITABILI ASSEMBRAMENTI ED IL PROBABILE ULTERIORE AUMENTO INCONTROLLATO DEL RISCHIO DI CONTAGIO DA COVID-19.

E CIÒ A NON CONSIDERARE CHE L'EVENTUALE MALAUGURATA IPOTESI DI RISCONTRATA POSITIVITÀ ANCHE DI SOLO UN SOGGETTO TRANSITANTE NEI SUDDETTI LOCALI DETERMINEREBBE L'INEVITABILE CHIUSURA DELL'INTERA STRUTTURA SANITARIA, CON LA CONSEGUENTE TOTALE PARALISI DELLO SVOLGIMENTO DELLE OPERAZIONI PERITALI DELL'INTERO TRIBUNALE DI NAPOLI NORD.

TALE PROVVEDIMENTO ASSUME QUINDI INQUIETANTI RISVOLTI SOTTO VARI PUNTI DI VISTA:

1) PER QUANTO RIGUARDA I RILEVANTISSIMI ED INGIUSTIFICATI COSTI PUBBLICI (DI CUI È STATA GIÀ PREDISPOSTA UNA SEGNALAZIONE ALLA CORTE DEI CONTI), SIA A CARICO DEL TRIBUNALE (OBBLIGHI IN MATERIA DI SICUREZZA ED IGIENE DEL LAVORO DEI LUOGHI E DEI SOGGETTI CHE PARTECIPERANNO AGLI ACCESSI PERITALI: ART. 3 CONTRATTO DI COMODATO) SIA A CARICO DELL’ASL CASERTA (SPESE DI PULIZIA , ONERI RELATIVI ALLE UTENZE E SPESE DI PERSONALE PER GARANTIRE L’ACCESSO AI LOCALI ANCHE AL DI FUORI DEGLI ORARI D’UFFICIO: ART. 2 CONTRATTO DI COMODATO);

2) PER QUANTO RIGUARDA I RISVOLTI CIVILISTICI E PENALISTICI RELATIVI AD UN PROTOCOLLO DI INTESA PRESO – SI RIBADISCE - CON UNA SOLA PARTE PROCESSUALE, DAL MOMENTO CHE IL TRIBUNALE È CHIAMATO A GIUDICARE E NON È CERTAMENTE DEPUTATO AD ORGANIZZARE IL LAVORO ALTRUI;

3) PER QUANTO ANCORA RIGUARDA LA RESPONSABILITÀ CIVILE E PENALE DEI SOGGETTI COINVOLTI NELLA STESURA DEL PROTOCOLLO, QUALORA L'IMMOTIVATA “CENTRALIZZAZIONE” DELLE VISITE IN PIENA EPOCA COVID DOVESSE COMPORTARE UN FOCOLAIO DI INFEZIONE E NELLE IPOTESI PEGGIORI, EVENTUALI RICOVERI IN T.I. E DECESSI, TRATTANDOSI DI ANZIANI E SOGGETTI FRAGILI.

In conclusione, pertanto, la Camera Previdenziale di Napoli e l’avvocatura tutta stigmatizza con forza le modalità ed i contenuti del provvedimento presidenziale in questione, il quale, nonostante gli sbandierati obiettivi di efficienza e produttività, non potrà che comportare ulteriori danni a carico delle fasce più deboli della popolazione e della collettività tutta e, per tale motivo, le chiede gentilmente di poter dare spazio alla presente replica, affinché venga ristabilita la verità dei fatti e venga correttamente informata la vasta collettività dell'area di competenza circa i pericoli ed i rischi che tale provvedimento non potrà che arrecare all'effettività e celerità della tutela dei loro diritti.

Su Il Mattino di Caserta del giorno sabato 31 luglio 2021 la risposta della Camera Previdenziale Napoletana al Comunicato Stampa del 28/07/2021 e soprattutto all’articolo apparso sulla stessa testata con cui si “sbandierava” ai quattro venti l’avvenuto accordo unilaterale.

Sul punto l’amico e collega avv. Massimo Mazzucchiello del foro di Napoli, che ringraziamo per la sua immensa professionalità e dedizione alla causa, ha predisposto l’allegata ISTANZA PER LA DISAPPLICAZIONE INCIDENTALE EX ART. 5 L. 2248/1865 (CON TRE FILES DA ALLEGARE, CHE TROVERETE IN CALCE AL PRESENTE ARTICOLO), ampiamente motivata e documentata, che invitiamo a trasmettere nel fascicolo telematico nel momento in cui un CTU dovesse comunicare l’accesso peritale presso l’ASL di Aversa.

Lo stesso collega Mazzucchiello ha anche già predisposto il ricorso per Cassazione nell' "interesse della legge" ex art. 363 cpc con cui impugneremo l’eventuale e denegata prima ordinanza di rigetto di questa istanza di disapplicazione incidentale (peraltro preannunciato nell'istanza stessa).

Ulteriori forme di protesta che verranno poste in essere, anche al fine di far conoscere all’opinione pubblica i risvolti di questa gravissima situazione, verranno ovviamente di volta in volta comunicati sul sito nonché sulle nostre pagine social.

Carmine Buonomo


LINK AL COMUNICATO DELLA CAMERA PREVIDENZIALE NAPOLETANA

 (download)






ISTANZA DISAPPLICAZIONE INCIDENTALE EX L. 2248/1865 (DOWNLOAD)


ALLEGATO 1. PDF (DOWNLOAD)
ALLEGATO 2. PDF (DOWNLOAD)
ALLEGATO 3. PDF (DOWNLOAD)





 

 

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