martedì 8 agosto 2023

DIRITTI INESPRESSI: cosa sono e come recuperarli (compresi 5 anni di arretrati)?

 


Non sono pochi i pensionati che prendono una pensione più bassa di quella che avrebbero dovuto percepire. 

Ma non si tratta di errori dell’Inps… è tutta colpa di quelli che vengono comunemente chiamati "DIRITTI INESPRESSI".

Ne parliamo in questo approfondimento. 

Pensioni più basse di quelle effettivamente spettanti non sono una rarità nel sistema previdenziale italiano. 

Ma, al netto di errori da parte dell’Inps, oppure di problematiche legate alla contribuzione versata a qualsiasi titolo durante la carriera lavorativa, spesso la colpa è del pensionato.

Distrazione o scarsa conoscenza delle normative e di particolari diritti, possono portare a perdere dei soldi per migliaia di pensionati. 

Infatti esiste un autentico fenomeno che si chiama “diritti inespressi”.

In pratica, si tratta di alcuni diritti spettanti al pensionato ma che l’Inps non eroga spontaneamente, ma solo previa domanda del pensionato stesso. 

E sono diritti che fino a quando non vengono esercitati, con una opportuna richiesta, vengono congelati fino ad essere perduti definitivamente.

Il credo collettivo porta a considerare la pensione, dal punto di vista del suo importo, come liquidata esclusivamente in base ai contributi versati. Questa cosa è vera, soprattutto nel sistema contributivo. 

In effetti l’ammontare di un assegno pensionistico è commisurato ai contributi versati durante la carriera.

Ma come accade per lo stipendio, anche la pensione è composta da diverse voci, sia attive che passive. 

Ed alcune di queste voci in molti assegni non compaiono perché dovrebbe essere il pensionato a richiederli all’Inps.

Come dicevamo, scarsa propensione a conoscere le normative e le leggi o disattenzione, portano spesso i pensionati a percepire meno di quanto spettante effettivamente.  Il fatto che ormai da anni, con il passaggio alla digitalizzazione dei servizi dell’Inps, al pensionato sia venuta meno la fornitura tramite posta del modello Obis/M, incrementa il fenomeno dei diritti inespressi.

Il modello Obis/M altro non è che la busta paga del pensionato, dove si evince la pensione lorda, quella netta e dove sono riportate tutte le voci attive e passive che portano dalla pensione lorda spettante a quella netta. Esattamente ciò che accade nelle normali buste paghe o cedolini dello stipendio.

Ormai per ottenere il modello Obis/M occorre chiedere ad un Patronato o scaricare tutto da Internet, collegandosi al sito dell’Inps.

Una cosa niente affatto facile, soprattutto per pensionati di una certa età o non amanti della tecnologia.

Anche per questi diritti purtroppo vale la prescrizione. 

In pratica, se ciò che manca di pensione fa riferimento a diritti troppo indietro negli anni, tali diritti vengono perduti. 

Per i diritti inespressi la prescrizione è di 5 anni.

Come dicevamo, al fine di verificare tutte le voci che compongono la propria pensione, il pensionato non ha altra strada che recuperare il suo modello Obis/M. 

Solo così si può verificare se vengono applicate le maggiorazioni sociali spettanti a diversi pensionati dal compimento del 60imo anni di età.

CI sono poi le integrazioni al minimo, ovvero quegli importi aggiuntivi sulla pensione, che spettano a pensionati che rientrano in determinate fasce di reddito.  

L’utilizzo del modello Red a cui sono chiamati ogni anno i pensionati che non presentano le dichiarazioni dei redditi, aiuta molto ad ottenere le prestazioni aggiuntive della pensione, collegate al reddito del pensionato e del suo coniuge se presente.

Spesso infatti la situazione reddituale di una famiglia e del pensionato sono suscettibili di variazioni. 

E se per esempio si perde una fonte di reddito diversa dalla pensione, una maggiorazione della pensione collegata al reddito può diventare spettante mentre prima non lo era.

E le ipotesi sono tantissime… 

In altri termini, controllare la propria pensione è sempre un suggerimento abbastanza valido, soprattutto perché esiste l’istituto della ricostituzione della pensione.

Si tratta della domanda con cui si può chiedere all’Inps di ricalcolare la propria pensione alla luce di eventuali novità intervenute successivamente alla sua liquidazione. 

E nella domanda di ricostituzione, oltre ad indicare il motivo per cui la si richiede (reddituale, contributivo e così via), permette di inserire la data a partire dalla quale si richiede quello che a tutti gli effetti è un ricalcolo. 

E si può andare indietro nel tempo fino a 5 anni, prendendo gli arretrati se spettanti.

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