giovedì 31 agosto 2023

ARTRITE REUMATOIDE: l'evoluzione medico-legale nell'invalidità civile

 


L’artite reumatoide, patologia infiammatoria autoimmune, cronica e altamente invalidante, a seconda della gravità, è collegata a percentuali di invalidità civile comprese fra il 20% (i casi meno gravi) fino al 100%.

Tra i sintomi più frequenti dell’artrite reumatoide ci sono:

- rigidità mattutina prolungata;

- dolore,

- tumefazione articolare;

- deformità articolari (che possono compromettere le capacità funzionali e di conseguenza la qualità della vita del paziente).

La patologia colpisce le piccole articolazioni, ma anche altri organi del corpo, come il cuore e i polmoni.

A causa di un’artrite reumatoide cronica possono insorgere o peggiorare anche altre patologie come le malattie cardiovascolari o l’ipertensione.

Nel D.M. Salute del 1992, tra le patologie immunitarie, con il codice “9303” veniva tabellata una sola tipologia di artrite reumatoide, ovvero quella che presenta una non meglio specificata “cronicizzazione delle manifestazioni” e alla quale veniva attribuita una invalidità fissa del 50%.


Ne consegue quindi che, da sola, non da diritto al punteggio minimo del 74% economicamente indennizzabile.

Qualche anno fa il governo in carica tentò di modificare questa tabella con un decreto legge ampliandola ed inserendo numerose patologie non presenti precedentemente;

La tabella veniva molto ampliata ma in realtà, a ben vedere, in parecchi casi le percentuali erano, anche se di poco, inferiori rispetto a quelle previste dal DM 05/02/1992.

Di fatto venivano pertanto modificati i requisiti necessari per ottenere i benefici riservati agli invalidi civili e ciò avrebbe avuto un certo impatto sulle revisioni dei soggetti con valutazioni limite.

Grazie alla giusta battaglia intrapresa dalle associazioni dei soggetti disabili e dei parlamentari sensibili a questa problematica, questo decreto legge all’epoca venne bocciato già in Commissione Parlamentare.

Tuttavia dopo poco tempo l’INPS pubblicò delle linee guida per la valutazione degli stati invalidanti in ambito di invalidità civile, ad uso delle loro Commissioni, di fatto riproponendo in buona parte quanto era stato bocciato dal Parlamento;

Insomma un atto amministrativo che supera una legge, quanto di più discutibile possa essere fatto, indipendentemente da come si valuti questa tabella.

I medici delle Commissioni INPS infatti sarebbero tenuti ad utilizzare, nelle loro valutazioni, le indicazioni di queste linee guida e ciò sia in sede di verifica, ordinaria o straordinaria che sia, sia in fase di primo accertamento nelle regioni dove è l’INPS stesso ad effettuarlo.

L’opuscolo rilasciato dall’INPS, intitolato “LINEE GUIDA I.N.P.S. PER L’ACCERTAMENTO DEGLI STATI INVALIDANTI“, amplia notevolmente le indicazioni dell’unica tabella valida e comunque, se usato con attenzione, per la verità contiene utili indicazioni valutative per tante patologie, soprattutto quelle rare, per cui esiste solo la possibilità di una valutazione con criterio analogico.

Tornando all’artrite reumatoide le tabelle inps prevedono 4 classi funzionali (in ordine crescente di gravità) che tengono conto, oltre che dello score, dell’impegno articolare, di altri fattori quali la compromissione o meno dello stato generale.

Classe 1: punteggio fisso 20%

Classe 2: 21-50%

Classe 3: 51-80%

Classe 4: 81-100%


Ribadisco comunque che è una tabella che non ha forza di legge, quindi l’INPS, nella persona dei medici delle sue Commissioni, non può farla valere in quelle situazioni in cui l’adesione alle indicazioni tabellari di legge è indispensabile, come ad esempio in sede di accertamento peritale in corso di azione legale avverso un verbale di Invalidità civile.

Se hai trovato utile questo approfondimento, scansiona il codice QR in basso con il tuo smartphone per seguire il mio account TikTok, condividi i post con i tuoi amici e seguimi per futuri aggiornamenti su tutti i miei profili social.

Carmine Buonomo




Nessun commento:

Posta un commento