mercoledì 28 novembre 2018

Assegno sociale, separazione dei coniugi e assegno di mantenimento (Tribunale Napoli, Sez. Lavoro, sentenza 6808/2018)

Ho il piacere di postare questo interessantissimo precedente della Sezione Lavoro del Tribunale di Napoli, G.L. d.ssa Montuori, resa in un giudizio patrocinato dal nostro studio.

Nel caso di specie si controverteva su un assegno sociale, negato in via amministrativa in quanto la cliente - separata dal marito - secondo l'INPS avrebbe espressamente rinunciato all'assegno di mantenimento (cosa ovviamente non corrispondente al vero).

La cosa più allucinante è che l'INPS, in giudizio, ha cambiato completamente la propria strategia difensiva: in estrema sintesi, anche se la ricorrente non aveva rinunciato all'assegno di mantenimento (semplice errore dell'ufficio amministrativo!!!), comunque l'AS non era dovuto in quanto la somma mensile concordata tra gli ex coniugi era troppo bassa rispetto al reddito annuo dichiarato dal marito.

A seguito di note autorizzate (di cui non vi anticipo nulla perchè la d.ssa Montuori ha egregiamente riportato in Sentenza tutta la nostra teoria difensiva), la causa è stata decisa con condanna dell'INPS a corrispondere la prestazione assistenziale.

Ovviamente la sentenza viene pubblicata solo oggi, essendo decorsi più di 30 giorni dalla notifica telematica al procuratore costituito dell'Istituto... fidarsi è bene, non fidarsi è meglio!!!

Buona lettura,
Carmine Buonomo  

martedì 27 novembre 2018

Invalidità Civile: indebito assitenziale riconnesso a carenza del c.d. requisito reddituale (Cassazione, sentenza 28771/2018)




Se manca il dolo il pensionato non è tenuto alla restituzione delle somme indebitamente ricevute prima della comunicazione del provvedimento di revoca. Una sentenza della Corte di Cassazione fa luce sui limiti alle richieste dell'Inps per la restituzione dell'invalidità civile. 


La sentenza numero 28771 del 9 novembre 2018 pronunciata dalla sezione Lavoro della Corte di Cassazione fornisce alcuni interessanti chiarimenti all'interprete circa i principi giurisprudenziali in materia di indebito assistenziale.

La questione è importante perchè regola i limiti alle pretese restitutorie avanzate dall'Istituto di Previdenza nei confronti dei pensionati titolari di prestazioni come l'assegno mensile di invalidità, la pensione di inabilità civile e le altre provvidenze economiche corrisposte agli invalidi civili. Circostanze che si verificano frequentemente per diverse ragioni tra cui, in particolare, il venir meno dei requisiti sanitari a seguito di una visita di revisione, la perdita dei requisiti economici (vale a dire il superamento del limite di reddito ove previsto per la concessione o il mantenimento della prestazione) oppure la perdita del requisito legale (ad esempio il riconoscimento di un assegno ordinario di invalidità oppure il trasferimento all'estero). 


L'indebito nelle prestazioni assistenziali

Nel definire la questione occorre partire dall'assunto che il legislatore ha declinato in maniera diversa l'indebito assistenziale da quello previdenziale per il quale sono state previste delle specifiche ipotesi di irripetibilità (a seconda della buona o mala fede del pensionato) e diverse sanatorie.

giovedì 8 novembre 2018

Avvocati ed Operazione Poseidone INPS (Cassazione, Sentenza n° 27950/2018)

È finita l'Operazione POSEIDONE.

Una "piccola" vittoria in Corte di Cassazione.



Sentenza n° 27950/2018 su "Gestione Separata c/ Avvocati" in ordine alla PRESCRIZIONE, che NON decorre - come sostiene l'Inps - dal momento della presentazione della dichiarazione dei redditi, bensì, come abbiamo sempre sostenuto noi, dal momento della scadenza prevista nella legge.

Sentenza "SALVA TUTTI" (ingegneri, architetti, avvocati, dottori commercialisti...) perché TUTTI GLI AVVISI sono prescritti.

Ciò che invece è EVIDENTE è il danno erariale. Per il quale mi auguro vengano puniti i diretti responsabili e non i cittadini.

Ps. LA PRESCRIZIONE DEI CONTRIBUTI PREVIDENZIALI È RILEVABILE EX OFFICIO, quindi potete rilevarla o "farla rilevare" in ogni stato e grado del giudizio (perciò, non credeteci se vi dicono che siete decaduti dall'eccezione oppure che è un ultrapetitum).

... E festeggiate!!! 

Ringrazio le amiche e colleghe Ilaria Gadaleta (cui va attribuito il suddetto commento), Anna Artellino, Rosaria Artellino e Caterina Granata per l'immane sforzo profuso a favore della categoria nell'epica battaglia contro l'INPS e per non aver mollato mai, nemmeno nei momenti più difficili.

P.S. Altro contributo della Cassazione sull'argomento lo troverete QUI, ma in questo caso non si parlava espressamente di avvocati.


venerdì 26 ottobre 2018

Risposta INPS post istanza di accesso agli atti amministrativi ex L. 241/1990

Sebbene lasci il tempo che trova, desidero condividere con tutti voi questa PEC di risposta dell'l'INPS, ricevuta a seguito di formale istanza di accesso agli atti amministrativi (L. 241/1990), trasmessa al solo fine di conoscere i motivi per cui, a distanza di oltre un anno dalla notifica del titolo + AP70, l'Istituto non avesse ancora provveduto alla liquidazione delle relative provvidenze.

La risposta, nella sua semplicità ed ovvietà, è sconcertante: "Egregio avvocato questa Agenzia liquida le prestazioni in stretto ordine di presentazione e in forza dei liquidatori a disposizione" (da notare l'assenza del nominativo del responsabile del procedimento). 

In pratica l'INPS mi dice: "non rompere le scatole con solleciti ed istanze varie... il tuo cliente deve aspettare il suo turno e, quando sarà il momento, (forse) verrà liquidato se ci sarà personale per lavorare la pratica".

Peccato che per esperienze dirette ed indirette posso dire che il criterio cronologico non sempre viene rispettato, in quanto ci sono prestazioni che miracolosamente vengono liquidate subito dopo la notifica (chissà perchè!!!) ed altre invece che restano a dormire per anni ed anni.

Vi invito a far leggere questo post a tutti i magistrati per far capire che i giudizi post omologa non li attiviamo per "lucrare" ed ai vostri assistiti che, nemmeno troppo velatamente, vi accusano di far "dormire" la pratica perchè più passa il tempo e più ci guadagnate.

Un noto detto orwelliano recita "Tutti sono uguali, ma qualcuno è più uguale degli altri"...

A buon intenditor, poche parole!!!

Carmine Buonomo

lunedì 8 ottobre 2018

Nei giudizi di opposizione ad ATPO negativo, non è possibile compensare integralmente le spese della prima fase (Cassazione, ordinanza n° 23090/2018)

Il Tribunale di Napoli, decidendo in sede di opposizione ad accertamento tecnico preventivo ex art. 445 bis cpc, a seguito di espletamento di nuova consulenza tecnica dichiarava il diritto della ricorrente all'assegno di invalidità a decorrere dalla data della revisione, condannando l'Inps al pagamento delle spese di lite relative alla sola fase di opposizione, dichiarando integralmente compensatequelle relative alla prima fase in ragione delle "diverse conclusioni cui era pervenuto il CTU nella fase di ATPO".

Con il provvedimento che ho il piacere di allegarvi, gentilmente messo a disposizione dall'amico e collega avv. Gaetano Irollo, la Suprema Corte con un interessantissimo ragionamento giuridico, stigmatizza duramente l'operato del giudice di prime cure e condanna l'INPS al pagamento delle spese sia della fase di ATPO che, ovviamente, del giudizio di legittimità.

Ne approfitto per segnalare a tutti i colleghi che questo provvedimento non rappresenta che il primo risultato portato a casa dalla UIF Napoli Nord in una serie di gravami proposti in Cassazione per il solo governo delle spese.

Vi terremo aggiornati sugli sviluppi dei successivi ricorsi per Cassazione.

Carmine Buonomo